Occhi color fede

È sempre più difficile trovare passione per le strade e il nostro oratorio non fa eccezione di questi tempi; è per questo che cercherò di riassumere al meglio l’incontro con suor Doriana. Perché è importante che tutti possano assaporare un po’ di quella sera. 
Suor Doriana non è una santa e non è mia intenzione renderla più di quello che è, una comune suora. L’ unica cosa che posso dire, che è giusto menzionare, è il calore di quegli occhi, luminosi e un po’ timidi, che nascondono un passato di adolescente come tutti gli altri. 
Doveri, giudizi, amicizie e pensieri che nessuno capisce fino in fondo ma che ci rendono unici e diversi da tutti gli altri. È così che in pochi minuti suor Doriana descrive la sua adolescenza trascorsa nel nostro oratorio, che per tante cose ricorda le nostre. Ma torniamo al nostro incontro…
Per i primi minuti tutto bene, chiacchiere, risate, battute del nostro buon Pietro Scalzo, ma ecco che all’improvviso una domanda, che ammutolisce, fa riflettere e intimidisce tutti noi: “Perché siete qui? Perché fate gli animatori?”. Certo non era la prima volta che ci veniva posto un interrogativo simile, i nostri animatori, le domande scritte su un foglio di qualche attività, perfino i nostri ragazzi del sabato. Quella domanda, insomma, l’avevamo incontrata numerose volte, ma stavolta faceva più paura; forse terrorizzava di più perché dovevamo dirla a voce alta, davanti agli altri animatori; o forse perché veniva da una persona che Gesù l’aveva incontrato davvero, da qualcuno che era convinto fino in fondo di quello che ci diceva e che non parlava della fede per sentito dire o ripetendo le parole dette in un qualche ritiro animatori.
L’incontro è proseguito con altre domande e parole che a volte ci hanno fatti sentire consolati e fieri di quello che facciamo, altre ci hanno fatto storcere il naso e quasi pentire di essere venuti a sentire qualcuno che sembrava ci rimproverasse. Sicuramente quella timida ex animatrice che ora ha gli occhi color fede non voleva rimproverarci ma voleva spingerci a pensare, a riflettere se avevamo trascurato qualcosa della nostra vocazione: essere santi e portare i NOSTRI frutti ai poveri affidatici, i nostri ragazzi. 
Non sono solo chiacchiere e provocazioni quello che cerca di dirci suor Doriana, ma vuole aiutarci a trovare alleati nella fede e per questo ci dona un piccolo elenco: la preghiera personale, la confessione, il gruppo d’appartenenza, un amico più avanti di noi nella fede che possa darci consiglio, l’umiltà, l’abitudine a meditare sul mistero della croce di Gesù, i santi e Maria.
Nessuno di noi forse diventerà santi dopo quest’incontro però sicuramente suor Doriana ci ha aiutati ad arrabbiarci con noi stessi per aver trascurato nostro Padre.
A sabato,
un giovane dell’oratorio